Intervento On. Tarzia dopo il NO dell’EU alla pratica dell’Utero in Affitto

“Finalmente anche l’Unione europea ha compreso l’inaccettabile carattere mercantile del ricorso alla maternità surrogata, un fenomeno che testimonia nettamente il tradimento dei diritti umani sia dei bambini implicati in situazioni in cui vengono meno quei diritti che la legislazione di tutto il mondo dichiara preminenti, sia delle madri surrogato, donne oggetto a tutti gli effetti per soldi e per disperazione”.Lo afferma l’On. Olimpia Tarzia, presidente di WWALF, Worls Women’s Alliance for Life and Family. “La condanna arrivata da Strasburgo ha colto, seppur con colpevole ritardo, come la pratica dell’utero in affitto comprometta la dignità umana della donna. Già la WWALF, nell’ultima Conferenza internazionale svoltasi a maggio scorso, promossa insieme al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, aveva redatto un documento, sottoscritto da donne provenienti da ogni parte del mondo, sul ‘Nuovo Femminismo’, consegnato nelle mani del Santo Padre ed inviato all’ONU, che stigmatizzava come pratica lesiva della dignità della donna il ricorso all’utero in affitto. Ma c’è un altro concetto di più ampio respiro che ritengo vada messo in risalto: se è vero che ogni bambino ha diritto ad una famiglia, non è vero l’inverso. Occorre svolgere una grande opera di sensibilizzazione per mettere a conoscenza l’opinione pubblica dei valori in gioco e dei rischi connessi a tale problematica, in altro modo la relazione del Parlamento europeo rischia di rimanere lettera morta. Urgono azioni concrete da parte dei governi – conclude Tarzia – perché in ballo c’è il futuro stesso della nostra società”.

 

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